La struttura è una casa canonica situata nella cittadina di Lissone nella provincia di Milano. Questa è composta da svariate funzioni, che riguardano ambiti differenti: un ristorante, una biblioteca, un auditorium, la caritas e le residenze dei preti. Funzioni sacre e funzioni profane grazie alle quali è stato possibile giocare sia sui confini concettuali che architettonici.
La canonica è stata dunque ripensata,in alcuni casi nelle funzioni e in altri solo nell’arredo interno, per essere un polo di riferimento per la comunità del paese.
All’interno del bibliobar s’è deciso di giocare e alludere in maniera provocatoria alla radice ecclesiastica del luogo e in particolar modo alla sua vicinanza con la chiesa.
L’obbiettivo era coniugare la necessità di soddisfare una funzione(creare nicchie isolate) con la volontà di profanare uno spazio ‘‘sacro’’.
Dalla combinazione dei due fattori è germogliata l’idea di riprendere la forma di confessionale inteso come involucro inserito in un interno, capace di isolare il fruitore. Il gioco di interno-interno che suggerisce tale installazione alimenta la forza dell’idea alla base della ridefinizione dello spazio: creare un ambiente a due poli.
Il primo nella zona centrale volto alla collettività e condivisione, il secondo sviluppato sulle pareti perimetrali che garantisce isolamento e maggiore tranquillità.
La forma della struttura ricorda l’ingresso di una chiesa, ma non una qualunque, bensi è stato effettuato uno studio di forme per richiamare la sagoma della facciata della chiesa antistante alla canonica.
Il richiamo alla religiosità è fortemente palesato, riproposto e riletto in chiave moderna in modo tale da caratterizzare l’installazione e con essa anche lo spazio che la ospita.
Per le residenze dei tre preti lo spunto progettuale muove dalla volontà di ripartire i due livelli su cui si snoda lo spazio a loro destinato secondo altrettante funzioni: il piano zero destinato alle zone comuni, cucina, living ; il primo piano è quello della riservatezza, del momento della solitudine e della preghiera personale: a ciascuno una ‘‘celletta’’ in cui ritirarsi e concentrarsi sul sè. Il ragionamento alla base della progettazione delle residenze ha origine dalla volontà di ripercorrere metaforicamente il precorso compiuto dalla chiesa nel passaggio da sistema rigidamente chiuso nei suoi dettami ad ente aperto al cambiamento e versatile. Si è cercato di riproporre questo stesso cambiamento di atteggiamento in maniera allusiva negli arredi e nella loro funzionalità. Tutte le stanze si presentano essenziali nell`arredo:il modulo standard è letto, scaffalatura, scrittoio. La sostanziale differenza che intercorre tra le tre stanze è nella versatilità del letto e dello scrittoio: nella stanza del prete più anziano infatti gli arredi sono pressochè funzionalmente statici, in quella dell’attuale prete il letto diventa divano e in quella del prete più giovane può trasformarsi in scrittoio. Qui anche la libreria cambia configurazione grazie ad un sistema di mensole scorrevoli su binari.
Il blocco definito Auditorium/Sala Riunioni è lo spazio corrispondente,al piano superiore, a quello dedicato al Bibliobar. Raggiungibile attraverso l’ascensore posto a destra del quartetto di colonne portanti, oppure tramite le scale adiacenti l’area commerciale, lo spazio è collegato lateralmente da due ballatoi aperti sulle hall d’ingresso.
Questi due elementi relazionati con il corpo centrale creano una frattura orizzontale al flusso verticale che contraddistingue i due ambienti dell’auditorium. Le colonne portanti centrali già presenti al piano inferiore si ripropongono anche in questo spazio dividendo le due aree in assonanza funzionale,(sala espositiva e auditorium).Nello spazio che volto verso il cortile interno, si attueranno riunioni, incontri e conferenze in coerenza con la funzione preesistente. In quello che si affaccia sulla piazza adiacente alla chiesa invece, lo spazio si articola secondo moduli/espositori che consentono di rendere l’ambiente versatile e poter ospitare mostre o eventi di qualsiasi genere.
Uno spazio con molte possibilità progettuali, con la luce che lo caratterizza anche dividendo i due ambienti, creando due diverse atmosfere.